A pochi giorni dal termine dello stato di emergenza per la pandemia da Covid-19, in vista della riduzione delle misure di sicurezza anti-contagio, come il superamento parziale dell’obbligo di green pass e una maggiore libertà nell’accesso ai locali pubblici, il mondo e, in particolare l’Europa, si trovano ad affrontare una nuova emergenza.
Lo scorso anno i movimenti turistici interni all’Unione Europa sono stati favoriti dalla facilità di raggiungere le mete e dalla possibilità di organizzare viaggi last-minute, in relazione all’evoluzione della curva pandemica.
Nonostante per il 2022 sia attesa una forte ripresa del settore, la guerra in Ucraina penalizzerà fortemente le regioni dell’est. Augurandoci che si possa presto raggiungere un accordo per la pace, vediamo nel dettaglio come gli operatori dovranno accogliere il turista del 2022.
Richiesta maggiore flessibilità
Negli ultimi due anni, le misure anti-contagio applicate a livello mondiale hanno cambiato profondamente il settore turistico: l’incertezza del momento ha portato il viaggiatore a richiedere una maggiore elasticità dei servizi, tendenza che si conferma anche il 2022.
Per rispondere alle richieste del viaggiatore, gli operatori a tutti i livelli, dai tour operator agli alberghi, dovranno offrire assicurazioni di viaggio, condizioni di prenotazioni/disdette e rimborsi sempre più flessibili.
Incertezza e ritorno al passato
Nel turista del 2022 continueranno a essere presenti sentimenti ed emozioni negative, come l’incertezza, la rabbia e la rassegnazione: il viaggiatore è quindi alla ricerca di luoghi dove sentirsi al sicuro e protetto, in località meno conosciute che offrano attività all’aria aperta e permettano di rigenerare corpo e mente.
La grande incertezza del momento, infatti, porta a ricercare un legame con il passato e con la destinazione, su sentieri poco battuti dove esistono ancora angoli sconosciuti, piccoli tesori noti alla popolazione locale, che contengano storie da poter raccontare e condividere con amici e famigliari.
Spiritualità e viaggi
Assistiamo anche a un ritorno alla spiritualità, non soltanto religiosa, ma più ampiamente intesa come la ricerca di sé stessi, per rientrare in contatto con la propria interiorità alla ricerca della propria soddisfazione. Cresce anche la tendenza del viaggio solitario, scelto soprattutto da parte dei millennial, e si conferma il buon posizionamento del turismo attivo e dei cammini.
In questo contesto, anche il souvenir diventa testimonianza di un legame con la destinazione, il passato e la spiritualità, a maggior ragione quando viene consegnato personalmente: prodotti enogastronomici e di artigianato potranno essere sfruttati anche per offrire servizi e attività che possano prolungare l’esperienza turistica a mesi dal rientro a casa, contribuendo al cosiddetto neverending tourism.
Alla ricerca della sostenibilità
Gli effetti della crisi climatica, osservati anche in questo inverno anomalo, consolidano la richiesta di attenzione alla sostenibilità a tutto tondo, sociale, ambientale ed economica. Il turista è disposto a spendere di più in cambio di una certificazione di qualità, così come per maggiori livelli di sanificazione e sicurezza anti-contagio, in linea con uno stile di vita green.
Infine, aumentano le scelte di viaggi ecologici, in treno o su mezzi pubblici, favorendo anche le destinazioni di prossimità per la volontà di evitare spostamenti arei, quando non necessario. Da notare come questa tendenza non sia esclusiva dei turisti a medio reddito, ma interessa anche i viaggiatori con alta capacità di spesa.
Pratiche di greenwashing, l’ecologismo di facciata, saranno fortemente penalizzate. Il turista è sempre più attento e capace di scavare a fondo per capire quali siano le aziende davvero eco-friendly. Saranno favoriti gli operatori sinceramente interessati alla tematica che stanno compiendo percorsi di riconversione e azioni concrete per ridurre l’impatto ambientale.